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atteggiamenti e le parole di Viviana, quando il suo più intenso pallore, o il cerchio fondo degli occhi, svelavano l’acutezza della crisi. Diceva allora — a volte mi scriveva, dopo lunghi silenzi, inesplicabili: — Un giorno sarà — Né altro diceva, o scriveva, perchè Viviana aveva, a volte, la frase aguzza come una lama e breve come il lampo.
Ora, alle parole che rivelavano il temuto mistero, io mi sentii rabbrividire di raccapriccio. Né altro seppi fare, che stringerla febbrilmente fra le braccia e confusamente esclamare tutto il mio dolore e lo strazio ineffabile di vederla finire così.
Ma Viviana levò la scarna mano, in segno di pace.
— Oh!... non temere — mormorò, ed ancora nelle parole vibrò un lontano suono di sarcasmo — ho fatto le cose bene.... ho persino un medico, che mi cura.... e che, naturalmente, non capisce...
— Ma tuo marito, Viviana.... tuo marito!... Allargò gli occhi, in un supremo spasimo di ribrezzo.