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Io le scrivo per voi queste pagine proemiali, gentili donne, e voi le leggerete forse piangendo, molto pensando, certo, — com’io, fra le lacrime e le evocazioni, le scrivo. In esse io verso, dalla mia pallida tavolozza di scrittrice, le pallide tinte della mestizia e del lutto: tinte di viola e di cineraria, — i fiori del ricordevole dolore. Voi, che amate e che possedete tutta la profonda comprensività dell’amore, accoglietene la rettitudine dell’intenzione ed il significato ultimo, il quale è tutto nel desiderio di far cosa pietosa verso una povera morta, che volle affidare al mio sentimento ed alla mia cura il tesoro più prezioso che ella possedesse.

Colei, che non è più, sorriderà benigna a me, che scrivo, ed a voi che leggerete..., e quel sorriso ci porterà fortuna, — come portano fortuna le gemme rare, incastonate in un cerchio d’oro. Lo spirito di lei è cotale gemma, e il cerchio d’oro è l’infinito etere, che lo ricinge, come in una impareggiabile aureola di beatitudine.