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smarriti, tremanti, ci trovammo soli nella patriarcale camera della locanda campagnola. Oh i tuoi baci, quel giorno! ... e le tue carezze folli ... e la commozione spasmodica di tutti i miei nervi e la febbre di gioia di tutto l’essere mio! ... Nessuna cosa esisteva per noi, sulla terra, oltre la sovranità di quell'ora, che a te giungeva quasi nuova — ed a me tornava quasi antica! ... Tutto l’universo mondo — e il passato e il futuro — era piombato nell’oscurità del nulla. Solo e fulgidissimo, come un astro di sogno, sulle nostre teste unite in un bacio di follia, brillava la santità dell’attimo fuggente.

E fu allora che, soggiogata dalla felicità e dal terrore, io piansi nelle tue braccia, come una povera creatura d’agonia piange alla vista di una giovinezza, che le passa dinanzi, quasi una sfida. .. Tu, buono — tu, santo — tu, mio divino ... tu asciugasti quelle lacrime con le tue labbra e richiamasti l’oblio nel mio spirito, con la tenerezza passionata delle tue carezze ... E grazie, grazie, unico e grande tesoro della mia vita, della bontà