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amorosa io entrai nel tuo essere e tutti, ad uno ad uno, ne scopersi le bellezze ed i misteri e gli orrori — anche gli orrori, più belli e più accattivanti delle bellezze medesime. — Tutto di te mi rivelasti, ed io ti amai ancor di più per questo tuo abbandono, per questo opulento omaggio dei più riposti misteri del tuo essere. E del dono io ti ricambiai ad usura. L’intero mio miserabile passato, con le sue vergogne e le sue lacrime, con le sue fallaci gioie e le sue insensate disperazioni, io ti narrai — e l’anima mia ti mostrai, finché potei farlo senza colpa di impudicizia. Ma tutto non ti dissi, Fabrizio, tremante che — malgrado il tuo grande amore e la tua grande intelligenza — tu non dimenticassi di essere uomo e di essere amante — e però parziale e però debole, e però, forse, crudele. Tutto non ti dissi ... perchè sonovi cose nella vita — misteri di colpe pensate se non commesse, misteri di istinti, misteri di fatalità — che non si possono dire, neppure morendo. E, vedi, io non te li svelo neppure ora, nel mentre son vicina a morire...