Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/319


― 311 ―

corpo scagliato nello spazio ricade sul suolo. Paziente, astuta, costante, io ti tesi tutte le tagliuole di cui, donna e femmina, posseda la privativa ... e ti attorniai ... e ti strinsi da presso ... Tu resistesti, a lungo ― oh, troppo a lungo! .... ― Sentivi la mia forza e ne avevi paura, sentivi l’avvolgimento del mio volere insignorirsi della tua volontà e ne avevi paura ... sentivi di cadere ed ancora avevi paura ... Resistesti ... oh resistesti! ... Ti ribellasti al fascino, che da tutta me ― dal mio corpo e dalla mia intelligenza, dal mio sguardo e dalle mie parole sfuggiva per miriadi di scintille, quasi a traverso i pori di tutta la mia pelle ... E volevi fuggirmi e non potevi — e volevi parlarmi e non osavi ― volevi scrivermi e non sapevi ...

Ho qui una tua lettera. È la prima. È la smarrita. È la divina! ... Tutto il tuo terrore e tutto il tuo amore si ribellano ... ed al tempo stesso invocano! ...

Ah... o Fabrizio!... Quale urlo pazzo di vittoria mi uscì dal più intimo essere, quando