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fantasmi — la mia femminilità, con le sue arsure, le sue ansie, le sue ricerche, i suoi spasimi, le sue follie — con tutta la sua scienza grande e completa di vita — tutta, tutta la mia esistenza è stata tua... Ed ora, che la mia vita finisce, la mia vita è ancor tua, o Fabrizio, completamente ed incondizionatamente ...

Ma la ragione dell’apparente arcano è in ciò: che tu hai sempre fatto parte della mia vita. Chi veniva, nelle mie notti di fanciulla ignara, a riempir di sole i miei sogni?... Chi si levava al mio fianco nelle lunghe ore di un esilio orrendo, in cui la mia giovinezza in fiore minacciava di disfarsi nell’abbandono?... Non eri tu, ch’io voleva quasi bimba? ... Non eri tu, ch’io voleva quasi donna?. .. Non era l’amore, che io sentiva per te — l’amore eletto ed ardente, come materiato nell’essere mio — quello che mi faceva amare i fiori e berne il profumo, e amare il sole e berne il raggio — e amare tutte le umane creature e berne a lunghi sorsi l’illusione d’amore?...

Tu ... sempre tu, sei stato nella mia vita. Te