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sole, io provava la vertigine del sangue vergine e del vergine sentimento — io, forse, ho sentito che qualcuno v'era, nel mondo — anima e sangue — che doveva essere mio ed appartenermi, come un necessario complemento vitale.
L'influenza della tua vita, sin da quel tempo, agiva sulla mia: una disposizione indeclinabile del Fato — un ricercarsi di fluidi, a cui era imposto di unirsi ed integrarsi in una sola unità di vita. Chi può sapere il mistero della natura, il mistero dell’amore? ... Io, certo, ho provato, in tutta la sua ampiezza, questo aggiogamento del mio ad un altro essere — questa dipendenza delle esplicazioni del mio io, alle esplicazioni di un altro io,
E ti ho sentito — e ti ho cercato — e ti ho, forse, avuto — però che l’anima mia ha sempre amato la tua, e le mie viscere hanno sempre fremuto di te — anche quando la tua anima e la tua carne mi erano sconosciute. — La mia adolescenza, con i suoi primi indefiniti palpiti, ed i suoi sogni fluttuanti — la mia giovinezza, con i suoi imperiosi desideri, ed i suoi delineati