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Ritornammo... senza febbre e senza conforto, stanchi, vuoti, come due corpi privi di anima.

Che cosa ci dicemmo ancora ?... Qualche parola inutile. L'ora della partenza, le previsioni della temperatura — e l'ultima, la consapevole menzogna: la promessa di rivederci presto... il più presto possibile...

A pie dell'Obelisco della Trinità era una car- rozza. Vi salii ed a traverso lo sportello, vi diedi l'ultima volta la mano, e le nostre due voci dissero insieme l'estrema parola :

— Addio!...

E dove siete ora, Tristano ? Chi sa ove vi ha condotto il vostro bisogno di pane ed il vostro bisogno di errore ! — Questa lettera non vi giungerà forse mai, ma non importa. Io non l'ho scritta per voi — l'ho scritta per me, per dare, a queste ultime mie ore, l'ebrezza di rivedere la vostra maravigliosa figura di adolescente, e di rivivere quel tempo in cui essa fu tanto, e così profondamente, mia.

Ed ora, addio, Tristano — davvero, addio. —