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e di nuovo io vi porgeva il conforto mio. Cosi, come voi eravate instancabile, nel presentare, sempre sotto nuovi aspetti, la medesima sostanza di dolore, era io instancabile nel presentare, sotto ogni forma, il mio aiuto. Quel non so che di morboso, ch’era in voi congenitamente, tornava ad emergere ad ogni istante, ed io, ad ogni istante, mi adoprava a ricacciarlo al fondo, come un importuno scoglio al quale, presto o tardi, il nostro vincolo si sarebbe spezzato.
Andavamo fuori delle porte, in tram, poi ci dilungavamo per le vie traverse, e più di una volta, seduti sul ciglio di un viottolo, insieme tacemmo a lungo, aspettando l’ora di separarci. Quale divino incanto in quelle ore di silenzioso raccoglimento! ... Io sentiva presso a me il vostro respiro e, senza guardarvi nel viso, sentiva la vostra adolescenza fiorita, come se fosse una corolla profumata. Pensava allora — ed a volte il tramonto accendeva le cime degli alberi e già indicava l’ora del ritorno — di avere accanto a me una creatura della mia giovinezza e del mio