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della vita, e non eravate voi bisognoso di possederne, almeno, il necessario? ...

Ed io tutta la mia forza vi donai, senza risparmio, con l’ampia generosità di chi si crede — o si illude — inesauribile ... Nelle mie lettere, quando voi eravate lontano, nelle mie parole quando eravate vicino, quanta parte più robusta di me non cercai darvi — io, che pure aveva tanto sofferto e tanto amato e tanto disperso in mille delusioni e mille esperimenti della mia potenza! — a voi, che eravate ancor all’inizio della vita, e che pur già vi trovavate cosi debole e così incerto?

Né voi potete averle dimenticate, Tristano, quelle sante ore di pietà e di pietoso fervore. In esse io cercava di dimenticare le altre veementi, e quasi irose, nelle quali pur tanta bella nostra energia cadeva distrutta e sperperata invano. Noi andavamo, allora, per le vie lontane dal centro, parlando quieti, fors’anco un po’ malinconici, ma di una malinconia soave, che non ci dava lacrime. Di nuovo voi mi narravate i dolori vostri