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Per questo, ch’io soffro ancor oggi ricordare, io vi avrei odiato poi, Tristano — ed avrei discacciato il vostro ricordo, come uno spettro importuno e pauroso. Se ciò non fu — s’io serbo ancora di voi un ricordo, che è dolce, e che mi fruga l’anima di commozione — io lo debbo a quella che, caduto l’ardore del momento, imperava pur sempre nell’anima mia: la mia pietà per la vostra giovinezza derelitta. Per quella pietà, io profusi, in vostro favore, tutte le delicatezze di cui è capace un cuore di donna, che può essere materno; io vi offrii tutto il soccorso del mio consiglio, tutto l’aiuto della mia forza — io volli, per un miracolo di carità, trasfondere entro l’anima vostra, incerta e dolorosa ed ingombra di penose visioni, la mia anima accesa e forte e vibrante di vita. Tutto ciò ch’io sentiva vivo, in me, io avrei voluto donarvi... Non era, ormai, io tale da potermi far senza della esuberanza