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che un uomo giunse ed era il marito, che le rivelò il gran nulla di quel tanto gonfiato mistero.
Paulette, di Gyp, dice il domani della prima notte di nozze: «Ce n’est que ca! C’est bien la peine de faire tant d’histoires! Il n’y a pas de quoi fouetter un chat!...».
Appunto. E pure su simile miseria fu costimito tutto l’edificio della esistenza feìnminile!
E questo l’errore fondamentale, che conduce le mille avventure e le mille tragedie delle mille Viviane borghesi e coronate di questi nostri tempi. Per le donne — per tutte le donne — il peccato è l’ossessione; la sostanza del peccato, l'amore è l'invasamento. Non si vive che per quello, sia tenendolo sempre dinanzi nell'ansia di sfuggirlo, sia tenendolo sempre dinanzi nello spasimo di goderne. La virtù non è che la conoscenza del male. Chi ignora il male non ha bisogno di essere virtuoso. La virtù femminile non è che l’arma per fronteggiare il emico: ma per poterlo fronteggiare vittoriosamente bisogna che la femmina ne faccia l’argomento di ogni azione, lo scopo di ogni pen-