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Perchè, nel mentre mi stringevate fra le braccia con tanta febbre di desiderio che i vostri denti ne stridevano di spasimo, perchè, mentre la vostra bocca si posava su me, come avida di sbranarmi, perchè, giovine leone, non mi atterraste mai, e non mi sbranaste mai, selvaggiamente ?... Che cosa vi frenava — una religione o una follia?... Eravate un mistico, od un vizioso ? ... La mia carne vi pareva santa, o vi pareva sozza? ...

Non so. Non so. I vostri bramiti di belva si alternavano a lunghi silenzi cupi, pieni di minaccie. I vostri sguardi avevano a volte carezze d’infinita soavità, a volte si infossavano, truci, sotto la fronte contratta. Che cosa vi agitava, Tristano, in quelle singolari, e tumultuose, e miserevoli ore di amore? ...

Che cosa agitasse me, io so. Quando, alle vostre lacrime ed anche alle vostre minacele, io cedei, non vinta, ma sopraffatta, io sentii subito che nulla di buono sarebbe stato fra noi.

Che cosa potevate dare a me, voi, fanciullo.