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scacciare il nemico, e di sollevare lo stelo piegato, e di rialzare verso il sole la povera corolla languente. E vi guardava, e fissava la vostra faccia così pallida e bella e tutta d’oro, provando, quasi infrenabile, il bisogno di prenderla fra le mani e di rivolgerla verso il cielo... verso il sole.
Ma il sole non c’era. Pioveva ancora a dirotto, e tutto era bigio: il cielo e la luce, che entrava per le finestre ed avvolgeva, nella sua tristezza, le mirabili tele variopinte. Pure tutto non era bigio nelle anime nostre. Un lieve albore si levava, sfumato di rosa, e gli occhi della nostra anima guardavano quell’albore con maraviglia e con trepidazione.
Che cosa avveniva?... Perchè quel subitaneo rischiarare del nostro orizzonte, mentre nulla, apparentemente, era avvenuto, oltre l’incontro con un estraneo della vigilia e del domani? ... Perchè, nello spirito nostro era una confusa letizia, come per un evento fortunato? Perchè, entro le vene, qualcosa fremeva come per un presentimento? V’è, dunque, più forte dell’intuito spirituale, una