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ciò, che già fu ogni gioia ed ogni spasimo, ciò che riempì il cielo della propria esistenza e di sole e di burrasche — è l’ultima ebrezza di chi sta per morire.
Ed io sono così, Tristano: presso alla morte.
Ma dove siete, Tristano?... Ove vi ha condotto il vostro bisogno di pane, ed il vostro bisogno di errore?... In qual grande città domandate, alla più immeritevole fatica, il mezzo di vivere? In qual remoto angolo domandate all’ozio le fantasime del sogno?...
Io non so. Di voi non so più nulla, da molti mesi. Voi mi siete passato dinanzi, come una meteora, e com’essa siete andato ad estinguervi lontano, fuori del raggio della mia vista. Siete l’unica persona che, entrata nella mia vita con tanta violenza, se ne sia di poi discostata, lasciandomi in tanto completa ignoranza della sua sorte.
Se voi leggerete mai questa lettera, obietterete, qui, che non siete stato voi a discostarvi. È vero. È vero: quel grande sentimento complesso, che verso voi mi fece piegare un giorno, arrestandomi