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perto i miei occhi sulla pratica della vita, io aveva sempre avuto intuiti oculatissimi e svegli sulla sostanza della vita stessa. Il velo era tenue, ed il matrimonio l’aveva già lacerato. Nell’ora, che suonava la sollevazione di tutti i miei istinti, di tutte le mie esigenze, dirò anzi, di tutti i miei diritti conculcati, Matilde mi mostrò il vostro ritratto e mi parlò di voi.

La vostra bellezza mi cattivò, la vostra fama mi conquise. Neil’esuberanza del sentimento e della vitalità, di cui riboccava il mio essere, e nell’impeto delle proteste, che ribollivano in me, io non diedi campo al ragionamento — neppure, quasi, al libero arbitrio. Si può, forse, con sillogismi scongiurare il levar del sole? .... Si può, forse, con libertà di scelta pretendere che esso sia di un colore, piuttosto che di un altro? .... Il sole è d’oro e si leva quando le leggi, che reggono il mondo, lo conducono all’orizzonte. Voi eravate tale, quale eravate, e sorgevate nel mio cielo, quando i comandi del fato lo avevano imposto. E però voi splendeste di tutti i fulgori ed io vi adorai.