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ciniche di una scrittrice, che, in in passato prossimo, parve antesignana.

Oggi, nel mentre la terza edizione di questo mio libro è data al pubblico, due donne diverse di patria, diverse nella condizione sociale, ma eguali nelle condizioni morali, se non nelle modalità della catastrofe ultima, hanno voluto fare, per la realtà, quanto io, antiveggente, avevo fatto per l’arte. E la narrazione della lor vita corre per le mani del pubblico come già corse la narrazione fantastica, — e il pubblico stupito e scosso dalla nuova e ben più grande audacia, legge e commenta e crede strabiliare.

La contessa Linda Bonmartini e la principessa Luisa di Sassonia hanno pubblicato le loro memorie. Anch’esse, come Viviana, sono due donne, due mogli, due adultere, — due «signore». E sono in più due madri — ciò che Viviana non era! — La prima, carcerata per complicità non necessaria dell’assassinio del marito; la seconda esclusa dal trono, libera per il mondo. La sola diversità fra le due donne è questa, la quale è anch’essa tutta formale. Nella