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angoscia di spirito, quale voi potete ben figurare — è abbastanza limpida e calma, e più lunga e dettagliata sarebbe stata se, dinanzi a me, il tempo non corresse con l'ali ai piedi.

Ma io muoio, povero amico, di un veleno, che non dà speranze e non dà tregue. Ogni giorno io ne aumento la dose, ed ogni giorno la devastazione del mio corpo si fa maggiore. Ah! ... se voi vedeste a che cosa è ridotta questa mia forma di donna — che tanto piacque e che voi pure trovaste desiderabile! ... Se voi mi vedeste, ora — amico e medico, cui tutte le esperienze fanno lume — voi comprendereste che ogni intervento, di scienza o di passione, sarebbe impotente a salvarmi. Io sono, o Massimo, disfatta! ...

E non mi domandate, ve ne supplico, in qual modo io mi sia procurata il micidiale strumento della mia liberazione. Voi, che mi volete tanto bene, che mi avete — e mi avrete ancora — nel cuore, come una reliquia, non ve lo perdonereste mai! E pure voi non ne avete colpa. È cosi facile accumulare del veleno in questi tempi di ri-