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tami dai fati. La religione della natura è attiva — ed io avrei avuto bisogno, per quello, di una fede, che fosse negativa. Occorreva un comando di astensione — e non un comando di partecipazione. Bisognava ch’io avessi seguito l’insegnamento cattolico, che dice la vita una sofferenza transitoria in una valle di lacrime — e non l’altro pagano, che afferma la vita una missione perenne in un mondo di forza e di gioia.

Voi vedete dunque che, oltre le mie tendenze naturali — e quelle che voi chiamerete “stigmate di degenerazione” — io ho anche avuto, nel bilancio della mia esistenza, il peso di una educazione, che non fu certo la meglio scelta, per dare un indirizzo, più socialmente rigoroso, al mio temperamento fisico e psichico.

Ed ora che mi uccido, io sono ancora — se non perfettamente sana — del tutto coerente. O meglio: non io sono coerente — ma tale è la concatenazione dei fatti. Voi direte forse che, appunto, la mia follia è giunta ad un grado tale, da non soggiacer più ad alcun freno — direte, anzi, che