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che il destino mi riserbava come ... valvola di sicurezza, non era, ahimè, capace di tanto ... Egli seppe, piuttosto, acuire a mille doppi la mia eccessiva vitalità ... senza riuscire a placarla. Che cosa poteva conseguirne, oltre la successione delle conseguenze logiche? ... Così io mi trovai irrimediabilmente corrotta, e pervertito ne fu il mio senso morale ed anche il mio senso fisico.

Allora perdutamente mi buttai, alla ricerca di quel quid — passione, idealità, sensualità — di quel non so che cosa, di cui sentiva, come una follia, tumultuare in me il desiderio. Le ribellioni morali e le stanchezze materiali — i dolori, i disgusti, le delusioni di questo mio orgasmo, ebbero ragione dell’ultimo residuo di normalità, che ancora mi restava....

Ed io, ora, esausta in tutto il mio essere, incapace di sopportare la tortura di sentirmi impari all'ultimo — e forse l'unico vero — trionfo della mia passionalità — ora, mi uccido.