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cessario di amore. Questa soggezione al fascino della bellezza doveva muovere, del resto, da ragioni puramente estetiche ed intellettuali, poiché, in ogni caso, il mio cervello è sempre stato il primo ad amare. Che se poi il contagio si diffuse al cervelletto, ciò non fu per mia volontà — ma, senza dubbio, per un risultato sano — l’unico — di premesse morbose.

Ma anche in questo sano risultato, quanta complessità contradditoria! ... Nel mentre la seduzione del piacere mi attraeva, io sentiva che il piacere stesso mi ripugnava, irresistibilmente. Avrei voluto, per un miracolo di abilità e di potenzialità cerebrale, provarlo tale, ed anzi maggiore, senza ricorrere alla sua materialità — per quanto sapientemente varia e raffinata. Non potete credere, caro dottore — perchè io ora parlo al medico, non all’amico — quante tribolazioni, fisiche e psicologiche, mi abbia dato questo bizzarro aggrovigliare di esigenze, e quante volte io mi sia scervellata per trovare — e mi sia adirata per l’inutilità dei miei sforzi — questo sistema.