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facessero le difficoltà della mia esistenza, non è stata, certo, normale. E tanto più ha essa mancato di normalità, in quanto, anziché fondarsi sopra un genuino eccedere del senso, la sua ragion d’essere principalissima è riseduta nelle mille tortuosità della mia psiche, troppo complicata per essere sana. Benché abbia amato tante volte — ed ogni volta sempre con diverso aspetto e grado — pure io non sono stata una donna sensuale. Sono stata piuttosto una sensualmente sentimentale, o una intellettualmente sensuale — come vi parrà meglio dire.

Aggiungerò, anzi, che, mentre non avrei, forse, saputo completamente prescindere dal senso in un amore, pure esso non è mai stato il movente della mia ricerca della passione. Tutto ciò che colpiva la mia sensibilità affettiva, o la mia intelligenza, aveva per me infinite attrattive più forti, più quasi, invincibili, di ciò che poteva eventualmente attrarre il solo mio senso — e, pur nonostante, la bellezza fisica dell’uomo è stata sempre la prima a colpirmi, come elemento ne-