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che il caso non giustificasse. Voi domandaste del mio male — voi mi prendeste la mano e cercaste sul polso l’arteria tesa, palpitante. A fondo, negli occhi, mi guardaste, con lo sguardo che indagava dietro gli occhiali. Io guardai a mia volta la vostra fronte, ampia e solcata, ed una tenue piega di amarezza entro la barba.

Che cosa vedeste voi di me, del mio profondo essere, a traverso la lente delle mie pupille — e che cosa sentiste di me, a traverso il palpitare veemente dell’arteria? Vedeste, forse, l’agitazione dell’anima irrequieta — sentiste, forse, l’ardore del sangue indomabile? ... Non so: ma, calmo„ mi ordinaste subito una dose di fenacetina ... „ con caffeina, per sostenere il cuore ... „ aggiungeste — voi l’avevate sentito debole, Massimo? disperatamente debole come il piccolo cuore di un bimbo che singhiozza? ... — e diceste:

— Se permette, signora, verrò domani a sentire l’effetto della mia ordinazione ....

Io esitai, alquanto. Avevamo già un antico medico di casa .... Ma voi comprendeste, e sorrideste.