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sono cosi mirabili tempi di risurrezione. Sembra, quasi, che la mia non forte compagine vacilli e si esaurisca, nel ribollire di tutte le linfe che in noi, al pari delle piante, son così intima ragione di rigoglio. La primavera è il fermento della vita: le giovinezze ne hanno una ripresa di vigoria, le virilità ne hanno un nuovo risveglio di giovinezza, persino la senilità sembra riafferrare un lampo della virilità tramontata. È un ritorno sul tempo trascorso, è un passo addietro, sul pure così inesorabile cammino della vita. Ma, guai, a chi non ha la resistenza per sostenere il nuovo esplodere di forza! ... Io ho sempre sofferto, in primavera. I miei nervi troppo vibranti sempre — tutto il mio corpo impoverito da un eccessivo, anzi pazzo, sperpero di forze — non sopportano senza crisi questo improvviso e gagliardo tumultuare di elementi.

Quel giorno — rammento — io sentiva il mio cervello scricchiolare, come per la stretta di un cerchio di ferro. Un dolore acuto e frugante mi tormentava le tempie e, volgendo alla nuca, si