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sfazioni di una vendetta, o delle ultime fangosità di una parvenza — caramente pagata — di amore. Ma io non son ghiotta, don Flaminio, e sono incapace di far male ad alcuno, e non saprei mai, e poi mai, adattarmi a pagare una mercanzia, che, finora, mi fu tanto liberalmente regalata. Che cosa far più povero don Flaminio?... Madre no, beghina no, buoni pranzi neppure, e neppure cattive azioni, e neppure signori Alfonso ...
A questo punto io sento la vostra voce, che trema di pianto e di pietà umana, come quando mi narravate le miserie grandi dei vostri parrocchiani. Essa geme: — „ Amate ancora, Viviana, poiché questo è il vostro comandamento: amate gli uomini, se non potete più amare l’uomo. Voi avete tesori di carità nell’anima, cotesto vostro cuore è pieno ancora di fervore per le povere creature miserabili e dolenti. Fate del bene, Viviana; che quel bene diventi il solo scopo e la gioia della vostra vita. „
Ed ecco, don Flaminio, dove la tragedia diventa quasi comica, a forza di atrocità. Io non