Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/190


— 182 —

crisia della società dopo. Una credente ed una madre non si uccidono: l'una ha il suo Dio, la sua fede, dinanzi a cui inginocchiarsi ancora, ed ancora invocare, ed ancora effondere quell'immor- tale profumo d'amore che sorvive alla giovinezza, e che è la poesia suprema della vita. L'altra ha il figlio delle sue viscere, la carne della sua carne, il fiore vivente del suo amore, la creatura che potrà baciare ancora, stringere ancora al seno, anche quando le sue labbra saranno appassite, ed il suo seno si sarà disfatto, come un frutto troppo maturo.

Un Dio — od un figlio. Ecco le uniche cose, che avrebbero potuto salvarmi, e ridare alla mia vita uno scopo, e ridare alla mia anima un'ideale, e ridare alla mia non lontana canizie una dignità. Un Dio, in cui sperare — Un figlio, in cui rivivere — L'uno, o l'altro, altare dinanzi a cui usare in adorazione quanto mi avanzava di vita! — l'una, o l'altra, divinità dinanzi a cui arderel'incenso delle energie, sempre giovani e sempre palpitanti, del mio essere.

Ma il figlio, che non ho potuto avere dal ma-