Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/187


— 179 —

amico. Io mi uccido, don Flaminio.... io conduco a me, con le mie mani, la morte!...

Ma quella enorme, quasi folle, passione di vita, che sola mi faceva inchinare dinanzi alla sua divinità, e che mi ha seguita sempre nel mio non lungo viaggio, ancora oggi mi investe, mentre nessun tesoro di vita ho più, per cui mi sia possibile goderne ed adornarne la sua ara.

Che cosa volete, don Flaminio, che io più faccia di me poiché non posso più amare? ... Che cosa volete che faccia di sè. una donna? ... La missione, che ci fu data quaggiù, non ha tanti paragrafi: esser moglie, esser madre, od essere amante. Falliti i tre scopi, che cosa a noi resta ? Noi non abbiamo mete speciali da conseguire: non la gloria, non le sue idealità, non i guadagni con le sue realtà. Non abbiamo un’arte, a cui dedicarci, una fama, a cui applicare ogni intento nostro; non abbiamo responsabilità sociali, che assorbano il nostro spirito ed usino le nostre facoltà. Amare soltanto ci incombe — con le sue delizie, si, ma anche con le sue mi-