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E, nel mentre voi, don Flaminio, con lo zelo del pastore, quasi del missionario, mi ripetevate instancabile le vostre dottrine, entro me, per una reazione strana e quasi inconcepibile, un’onda si levava di gagliardìa e di giovinezza, ed io la sentiva correre alle tempie pulsanti, e correre al cuore gonfio, ed invadere fin l’ultima estremità del mio corpo di donna giovane e sana, ed esalarsi in un grido quasi selvaggio, per le mie labbra dischiuse....

Voi, a quel grido, vi arrestavate interdetto, povero don Flaminio, e ci perdevate proprio il vostro latino .... io, arrossendo più dell’increanza, che non della rivelazione, vi giurava di aver veduto una splendida farfalla svolazzare al di là del fosso ... Allora lasciandovi in asso, me ne fuggiva come un poledro a traverso i rigagnoli e le siepi, per frugare entro le erbe, per tuffarmi tutta in qualche viluppo profumato, che sapesse di vita, che sapesse di giovinezza, e di gioia, e mi confortasse dell’uggia del vostro amorevole sermoneggiare ....