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degni di attenzione! No, la vita non era sacrifizio — no, la vita non era dovere — no, la vita non era rinunzia — no, no, mille volte no, non era l'annichilamento della personalità, l’inabissamento d’ogni orgoglio! .... Nascostamente, e peccaminosamente, questo mi aveva dimostrato la vita del convento, e questo ora mi insegnavano quei campi che, per quanto paludosi, cantavano nella loro verde sinfonia la gloria della vita, e quei fiori e quel sole, che l’accompagnavano delle loro note squillanti!

Tutto il trionfale creato proclamava troppo a piena voce la sovranità della vita, la santità dell’ azione — perchè io potessi sentire la vostra povera voce di uomo, di prete, cercare di mentire alla natura, e contendere alla giovinezza, alla vitalità umana, il diritto alla forza, al piacere, il diritto alla passione. Questo diritto, che più alto ancora del creato, il mio essere stesso proclamava in un’osanna, era più grande di Dio, più grande di ogni sua legge — o, meglio, più grande delle leggi, che, in nome di Dio, la Chiesa ha create e bandite per vere.