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alpino, e stringevate le labbra con l'espressione rassegnata e confusa di chi non sa che cosa rispondere ...

Gli è che io vi ho dato del gran filo da torcere, caro don Flaminio, in quei dieci anni in cui sono rimasta vostra parrocchiana! Ed io lo ricordo ora, se non con il rimorso di una colpa, con la malinconia di non aver potuto dare a me stessa la felicità di sottomettermi alla vostra influenza.

Ricordate, don Flaminio, quando giunsi costi, in cotesto paesello Lombardo, pieno di miserie e di risaie?... Io usciva allora dal convento e voi, buon prete, al vedermi, pensaste chi sa quali meraviglie di teologia io mi portassi entro la scarsella dell’intelletto, e quanta unzione monastica io portassi entro l’altra, solitamente ben più arrendevole, della coscienza. Non era io forse una pecorella di quel vasto e misterioso ovile, che è la Cattolica Chiesa?.. Che dico una pecorella?., ben maggior grado io occupava, al parer vostro: io, cresciuta e nutrita entro la santissima vigna...!