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perchè fra noi non fosse una formidabile muraglia di rovine. Io giovane, io ardente, io ho amato — oh! amato, con tutto lo spasimo e tutta la voluttà; che dilania e bea chi tardi riesce a toccare quanto ha agognato per lunghi e lunghi anni. Prima, io non aveva amato mai ed aveva amato sempre... Impastata d’amore, come d’elemento vitale, io doveva per forza e amare e amare e amare — quando, strappata alla catalessi di una verginità forzata, io fossi entrata nella vera vita.

Tu — se fossi stato il marito della mia libera scelta — avresti potuto avere quel mio grande amore e, vedi, ti giuro — ora che sto per morire — che, dinanzi a te io avrei vissuto a ginocchione, come dinanzi ad una divinità tutelare, poiché da te mi sarebbe venuta la felicità — dell’amore, della verità, e dell’orgoglio. Tu avresti appagato le esigenze della mia carne e le aspirazioni della mia anima, salvandomi dalla necessità di andarne a mendicare il soddisfacimento dal capriccio, dal desiderio, o dalla follia di altri uomini. Tu mi avresti dato l’amore, che è bacio,