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tìvano la verità — che sarebbe stata la liberazione e la salvezza della mia dignità e della mia onestà di donna — le esigenze della mia anima, le imposizioni della mia giovinezza mi additavano la menzogna, come la sola, da cui io potessi sperare di rifarmi, di strappare ancora una qualche gioia, per riempire il mio povero cuore deserto ed abbellire la mia meschina esistenza sacrificata. E però mentii, in tutti i modi, in tutti i significati, cercando il coraggio necessario alla menzogna, in tutte le più alacri energie della mia disperazione.
Ma ti odiai — né io avrei potuto non odiarti — mentre da te mi veniva e l’ostacolo alla verità liberatrice e l’incitamento alla menzogna compensatrice — odiatissime cose entrambe, che facevano sollevare le mie viscere in una furia d’ira ribelle.
Ma a quell’odio, ch’io credeva insorpassabile, altro se ne aggiunse — ed ancora la ragione mi venne da te.