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una spostata di più — ecco che cosa le mie recriminazioni avrebbero fruttato.

Tacqui, dunque. E, valorosamente — perchè io dovetti radunare da tutte le energie della mia anima, dà tutti i globuli del mio sangue il coraggio necessario — io mi gravai della soma della grande menzogna, che ora — ch’io sto, forse, per morire — mi schiaccia. Per dieci anni io mentii, al mondo, a te, a me stessa. Per dieci anni ogni mio atto fu una menzogna. Io ho ingannato te, con la simulazione di una stima che non provavo; ho ingannato il mondo, con la parvenza di una virtù, che non praticavo; ho ingannato me stessa, con la illusione di una felicità che mi ipnotizzava, come un disco di luce — e che io ho voluto fingermi tangibile. Né tu te ne sei accorto, né il mondo se ne é accorto — io sola, ho conosciuto tutto l’inganno fatto a me stessa, e ne ho assaporato tutto l’amaro.... fino all’ultima stilla!...

E pure, perchè non avrei mentito?... Nel mentre le esigenze del vivere civile non mi consen-