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Io morirò, dunque — forse morirò — E poiché mi sarebbe grave, sovra ogni cosa, partirmene, recando con me — quale lo tenni per tanti anni sovra le spalle — il peso di una grande menzogna, così voglio scriverti una lettera che, nel caso, ti verrà consegnata. Se non morirò, riprenderò il grave fardello e, con esso, più stanca, più curva verso il suolo, procederò ancora e la menzogna verrà con me indivisibile, come un galeotto che la sorte ha inceppato, con egual catena al mio piede.

La menzogna!... Oh! non era per mentire, ch’io mi sentivo nata! Profonda, quasi invincibile, è stata sempre in me la predilezione, anzi l’istinto, della verità. Io ero nata per la verità, sonora e limpida, per la verità, lucente e schietta, acqua di vena della roccia della coscienza. La mia anima andava alla verità, come alla lucerna va la farfalla — irresistibilmente.

Ma così, come la fiamma arde le ali imprudenti, troppe volte io mi dovetti lamentare che la verità mi avesse ferita, forse mutilata. Ed allora