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A  CARLO.


Carlo,

Da un po’ di tempo — forse fino da quando sei partito — io mi sento assai male. Che cosa abbia non so: so che soffro molto e che mi pare di declinare ogni giorno. Ma, non temere, ho chiamato un medico.

Nell'anima non soffro però. L’idea della morte non mi spaventa, non mi turba neppure. Forse è la prima volta che ciò mi accade: ricordo, in altre mie malattie, di aver patito più del terrore di morire, che non delle pene del male. Né ho dimenticato una volta, in cui, sentendo che tutte le mie forze se ne andavano succhiate da una febbre senza remissione, io mi lasciai andare ad un gran pianto, affondata nel letto, come una piccola creatura che, sola nella notte, vede dinanzi allo sguardo sbar-