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mentre le labbra balbettavano confuse parole di amore e di supplica.
La zia ci colse così: io fra le tue braccia e tu che mi baciavi i capelli per farmi tacere. Una gran fiamma ne accese il volto ossuto e senza misurare la gravità delle parole ella gridò:
— Ma sapete che siete indecenti?.. E vorreste che io vi lasciassi andare insieme? Eh via! sarebbe uno scandalo!
Noi ci sciogliemmo, pallidi — tu di ira, forse, io, certo, di vergogna. A denti stretti tu domandasti:
— Che cosa dite zia?
— Dico — borbottò quella, furente del proprio errore — che Viviana non uscirà di qui!
E tu partisti solo. Ed io ripiombai nella mia miseria. Ma le parole della zia mi restarono nell’anima, come un aculeo. Esse mi avevano rivelato, ben più e ben più addentro, che non i miei inconsci turbamenti di fanciulla, qual’era il destino, che la natura aveva imposto alla mia vita di donna...