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a cui, poi, nella vita, ho soggiaciuto tante volte! Tu mi parevi — ed eri in verità — così bello! L^uomo più bello, che avessi mai veduto!
E quando, finalmente, fattami forza, io risposi al tuo invito e ti abbracciai, io sentii che un grande amore si levava in me — ardente come una passione e devoto come un culto.
Ah! ... La novità, la violenza, la dolcezza delle mie sensazioni, nei giorni che succedettero! La donna, che nell’inerzia era sopita in fondo all’essere mio, si destava con tutte le sue prepotenze e tutte le sue poesie. Troppo, sino a quel giorno, la mia giovinezza, che avrebbe dovuto essere vittoriosa, era stata oppressa e compressa. Essa si drizzava, ora, come se tocca dalla verga di un mago, e si drizzava altera, scuotendo la criniera leonina e flagellandosi i fianchi, che ansavano di desiderio.
Ricordi, Edoardo, quei giorni?
Benché malcontenta, la vecchia zia dovette permettermi di uscire con te: tu avevi pure dei diritti su tua sorella!