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giovinezza, come le monache si eran presa quella della mia puerizia: da un estraneo io passava ad un altro — estranea io stessa, e sempre, a tutti.

Mia zia abitava un paesello della bassa Lombardia, impaludato fra le risaie, circondate di pioppi e di gelsi.

Intraveduta, in un sogno, la luce, la bellezza, lo splendore di una gran città, io mi vidi internata in quell’angolo di desolazione, come un coatto nell'isola perduta in mezzo all’Oceano. Che cosa dirti di quegli anni, Edoardo mio? Nulla te ne dirò: essi furono spaventevoli di ribellioni, di tristezze, di terrori.

E furono dieci.

Ma, a mezza via dell’esilio, un nuovo raggio di luce era sceso ad illuminare l’immutato orrore del rimanente.

Mio padre, che era morto già da due anni, era stato seguito da tua madre. Edoardo e Viviana erano ormai orfani entrambi ed entrambi soli.