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una coscienza; io aveva finito di non comprendere.
Un anno più tardi mio padre si ammogliava di nuovo, rendendo regolare una situazione, che già troppo era pesata su lui e su coloro, che per essa aveano sofferto sino alla morte. Io lo seppi da una sua lettera gelida, in cui, né mia madre era ricordata sia pure con l'ipocrisia di un rimpianto, né della nuova moglie, né di te era data contezza. Ma io immaginai subito che eravate voi, che egli prendeva: l'altra moglie e l'altro figlio. E dentro me ne provai la gioia di chi spera finito il tempo delle prove crudeli ed iniziato il giorno del limpido sereno.
Ma nulla accadde. Ancora fui lasciata nel convento e così, quasi dimenticata, restai sino a diciannove anni.
Il lungo tempo di reclusione, non mi aveva dato gioia, né dolore. Allieva tiepida allo studio ed alla disciplina, io aveva assistito, con sguardo cosciente, alla mia propria trasformazione. La bimba pallida e triste, che non avea mangiato