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60 le confessioni d'un ottuagenario.

di più, Lucilio, voi non avete diritto di chiedermi... Di più io non potrei concedervi perchè Dio me lo proibisce!

— Dio adunque vi comanda di uccidermi! — sclamò con un urlo Lucilio.

La madre Redenta gli corse dappresso a raccomandargli la temperanza, perchè le suore stavano allora in meditazione e potevano aver molestia da quelle vociate. La Clara abbassò gli occhi; pianse la poveretta; ma nè si piegò nè si scosse dal suo fermo proposito. Le torture ch’ella provava erano immense; ma la suora compagna avea contato bene sulle astuzie adoperate per affatturarla in quel modo. Omai l’anima della Clara abitava in cielo, e le cose di quaggiù non le vedeva che da quella altezza infinita. Avrebbe scontato colla propria morte un peccato veniale di Lucilio, ma l’avrebbe anche ucciso per assicurargli la salute eterna. Infatti ella tramortì e tremò tutta, ma si strinse più vicina a lui, e riavendosi subitamente soggiunse:

— Lucilio, m’amate?... Or bene fuggitemi!... Ci incontreremo, siatene certo, in luogo migliore di questo... Io pregherò per voi, pregherò per voi nei cilicii e nel digiuno.

— Bestemmie! — gridò l’altro allora, — Voi pregare per me?.... Il carnefice che intercede per la vittima!.... Dio avrà orrore di tali preghiere!

— Lucilio! — soggiunse modestamente la Clara, — tutti siamo peccatori, ma quando...

La madre Redenta interruppe queste parole con una opportuna gomitata. — Umiltà, umiltà, figliuola!— brontolò essa. — Non vi bisogna parlare nè insegnare altrui, quando non ne sia mestieri strettamente. — Lucilio sbalestrò alla vecchia un’occhiata, quale ne suol dardeggiare il leone tra le sbarre della sua gabbia.

— No, no! — soggiunse egli amaramente. — Insegna-