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legami insolubili dell’orgoglio, ma rispettai la giustizia nella stessa ingiustizia, preferendo di nutrirmi col pane del pentimento piuttostochè col sangue dei fratelli!... Traditore e spia! Queste orrende parole mi rintronano ancora le orecchie!... Oh era allora il momento di sollevare ai numi il voto infernale di Nerone. Che tutto il genere umano avesse un sol capo per reciderlo: che un silenzio pieno di rovine, di tenebre, di strage succedesse a quell’accusa nefanda; che io potessi sorgere Nemesi implacabile a cantar l’inno della vendetta e dello sterminio! Ma i numi non ascoltano i voti del superbo; essi versano l’ambrosia nei calici eterni per immortalare gli eroi, e stringono nella destra il fulmine infallace, divorator dei Titani. Una voce divina, che mi parlava in cuore, ma non sorgeva certo dal cuore briaco d’ira e d’orgoglio, mi riscosse le intime fibre dell’anima.

Sì! io fui traditore che conculcai la cervice degli oppressi, e uccisi la fede per mettere in suo luogo lo scherno e il disprezzo! Fui traditore che risi della debolezza degli uomini, anzichè piangere con essi e ajutarli a francarsi! Fui lo spione codardo che denunzia delitti immaginari, e viltà sognate, per non vergognar di se stesso dinanzi a coloro ch’egli accusa!... Coraggio! Il capo nella polvere, superbo! Adora quelli stessi che jeri hai vituperato!... Accetta umilmente il vitupero che si paga oggi degli oltraggi jeri sofferti! Vendicati se puoi, imitandoli grandemente!...

Queste furono le parole che volsi fremendo a me stesso; e mentre tumultuavano sitibondi di sangue i consigli dell’ira, l’umiltà del pentimento volse i miei passi alla fuga. Oh io ti benedico, e ti ringrazio, santa, divina, improvvisa umiltà! Io non dispero più dell’umanità, che sa armarsi di un così subito valore contro le proprie passioni. Ti benedico, o soave dolore dell’espiazione, o sublime sacrifizio che mi abbassasti la fronte per risollevare