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ad intendere che devi raccogliere, qua e là, qualche piccolo credito delle tue lezioni? Andiamo dunque, io ti accompagnerò dove vorrai.

— Bella guida — mi rispondeva celiando — bella guida, quella d’un cieco! Davvero che io ho tutta la voglia di doventar ridicola mostrandomi per le case a questo modo!... E poi chi sa cosa andrebbero a pensare!... No, no, Carlo, gli Inglesi sono scrupolosi: te lo dico, e te lo ripeto, che non mi farò vedere che sola.

Adunque pur brontolando, e per nulla persuaso della verità di quanto mi diceva, io dovetti lasciarla fare a suo talento. Ricominciò daccapo colle sue lunghe assenze, durante le quali io stava sempre col cuore sospeso, e dubitando di non vederla tornare mai più. Infatti alle volte tornava a casa tanto esausta di forze, che per quanto si sforzasse non giungeva a nascondermi il suo sfinimento. Io ne la rimproverava dolcemente, ma poi mi convenne tacere affatto, perchè ogni più lieve rimbrotto le dava tanta stizza, che per poco non l’assalivano le convulsioni. Non credo che fosse possibile immaginare miseria maggior della mia.

Londra, voi lo sapete, è grande; ma le montagne stanno e gli uomini girando s’incontrano. Così dunque avvenne che la Pisana s’incontrò una mattina nel dottor Lucilio, il quale io supponeva sì che fosse a Londra, ma non avea voluto rivolgermi a lui, per la freddezza dimostratami tanto ingiustamente per l’addietro. S’incontrò adunque colla Pisana; costei gli raccontò le mie vicende e le sue, e la cagione per la quale allora eravamo a Londra, sprovvisti di tutto. Sembra che la mia posizione lo persuadesse della falsità di quelle accuse, ch’egli in altri tempi avea ritenute vere a mio discapito. Infatti mi venne a trovare, e mi dimostrò tanta amicizia, quanta forse mai non me ne aveva mostrata. Era un bel modo di chieder