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24 le confessioni d’un ottuagenario.

— Ottimamente, Carlino, tu pigli le cose a frullo come non avrei sperato. Il mestiero del Doge diventerà tanto più proficuo, quanto meno seccante e pericoloso. Tu guadagnerai ducati, io li farò fruttare. Dopo sei anni compreremo tutto Torcello, e la famiglia Altoviti diventerà una dinastia.

— Padre mio, padre mio, cosa dite mai!... — (V’accerto proprio ch’io lo credetti agli ultimi guizzi per diventar matto.)

— Ma già, — egli riprese — e’ non c’è da stupirsene. Coi nuovi ordinamenti che ci incastreranno, ognuno che ha meriti dovrebbe soverchiare chi non ne ha. Questo in via di astrazione. Ma nel concreto, colle vostre abitudini, coi vostri costumi credi tu che il più ricco e il più furbo non abbia ad esser giudicato il più meritevole?... Ogni tempo ha i suoi fortunati, figliuol mio; e saremmo corbelli a non farcene il nostro pro!...

— Per carità, come vedete tutto brutto e corrotto! Qual trista parte mi date a sostenere a me, che m’accingeva a combattere per la libertà e la giustizia!

— Benone, Carlino! Per accingersi a questo non c’è che la mia strada; perchè del resto se rimani al disotto ti sfido io a combattere; sarai schiacciato. Dunque per far trionfare il vero ed il buono bisogna farsi posto fra i primi, a gomitate anche, non importa. Ma figurati il gran danno che ne verrebbe, se in quei posti ci spuntassero dei tristi e dei fannulloni! Or dunque avanti, figliuolo, per far poi ire innanzi gli altri; e l’intenzione scusi la maniera. Non dico che tu voglia farti Doge domani o dopo; ma pazienza un pochino, e le nespole matureranno più presto di quello che si crede!... Intanto io ti voglio avvertire perchè tu assecondi le mire de’ tuoi amici, e non ti abbia a tirare indietro per falsa modestia. Credi tu di aver retto animo e buone e sode intenzioni?... Credi tu che sia utilissimo mettere a