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304 | le confessioni d’un ottuagenario. |
salta la vedova dello speziale che è matta, e vorrebbe sposarlo, non so con qual’idea. D’inverno fanno notte alle cinque, e Monsignore si difende col gran dormire. Di tutte le sue antiche relazioni, soltanto il Cappellano ha tenuto saldo, e sembra anzi stringerglisi di più ad ogni nuova disgrazia. Monsignore di Sant’Andrea e il Piovano di Teglio sono morti anch’essi. Insomma, ve lo diceva fin dapprincipio, ch’io son partito da un paese e torno in un cimitero; ma ancora non sapete tutto.
Quanto alla maniera di camparla, questi signori vivono sulle onoranze e quasi sulle elemosine di quei quattro coloni che son loro rimasti; perchè l’entrata viva cola tutta a Venezia. Fattori, castaldi ed agenti se la sono fatta, dopo essersi ben rimpannucciati a spese dei gonzi. Fulgenzio già aveva comperato la casa Frumier a Portogruaro, e la trinciava avaramente da signore quand’io sono partito; ora suo figlio Domenico è notaio ed ha avuto un posto a Venezia, l’altro ha detto ieri la prima messa e starà in curia per cancelliere. È un bel pretino questo don Girolamo, e tutto sommato mi piace più di suo fratello e di suo padre, benchè sia furbo come la volpe anche lui.
Ora, Carlino, veniamo a più gravi disgrazie; dico gravi, perchè toccano me più davvicino e le ho serbate le ultime perchè, se ne discorreva da principio, non avrei potuto risolvermi a parlar d’altro. Mio padre ha tenuto dietro a mia madre, ch’era già morta da un mese quand’io mi sono assoldato con Sandro Giorgi. Egli è spirato, poveretto, fra le braccia dell’Aquilina, perchè gli altri suoi figliuoli erano in rotta con lui, e non volevano credere ch’egli avesse a morire. La Bradamante giaceva in letto di parto e non ha potuto esser compagna alla sorella in quegli ultimi e pietosi ufficii. Io non voglio dir male dei miei fratelli, ma il primo per ignoranza, i più giovani per braveria, hanno finito di metter a soqquadro tutta la