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capitolo ottavo. | 397 |
con lui, e, o il giudizio m’inganna, o io vi avrò reso il gran servigio di farvi trovare una buona e sicura guida per la vita cui siete destinato. Adesso io vi ho gettato in cuore un piccolo seme. Speriamo che germoglierà. Il buon avvocato trovandovi meglio disposto, vi accoglierà con migliore fiducia. Anch’io, vedete, or fanno dieci mesi, sperava poco da voi; ve lo confesso ingenuamente, e tanto più volentieri in quantochè oggi spero molto.
— Oh Padre, ella mi confonde! Come mai sperar molto da me?
— Come, Carlino, come? voi non vi conoscete, e io non voglio che montiate in superbia, ma voglio insegnarvi a leggere nell’anima vostra. Voi avete un ardore intenso e costante di passioni, che sollevate ad una sfera più pura, dove le passioni diventano adorazioni, può dare una luce benefica e divina!... Siete proprio deciso spastoiarvi dal fango, a cercar la felicità dov’ella risiede veramente, nell’adempimento dei doveri più santi che la coscienza imponga ad uomo del nostro tempo?
— Sì, padre; tutto farò per amore della giustizia.
— Allora fidatevi di noi, Carlino; noi vi aiuteremo, noi vi illumineremo. Le nebbie di prima si muteranno a poco a poco in raggi di sole. Voi ci ringrazierete, e noi ringrazieremo voi...
— Oh padre, cosa dice mai!
— Sì, vi ringrazieremo dei grandi servigi che renderete alla causa della religione e della patria, alla causa che difendiamo per compassione dell’umanità, e per gloria di Dio. Foste fornito da natura di doti superbe; usatene degnamente: e troverete riconoscenza, onori e contentezze. Ve lo prometto io. Se foste prete, vi direi: — State con me; combatteremo, pregheremo, vinceremo insieme; — ma vi chiamano per un’altra via, ottima e nobile pur essa. L’avvocato Ormenta farà le mie veci: gli scriverò a lungo di