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capitolo sesto. 309


ebbe certo le sue ottime ragioni per accettare l’incarico; e in confidenza io credo, che fosse di soppiatto un Beniamino degli Inquisitori di Stato. Lo si diceva romagnuolo di nascita, ma viaggiava con passaporto russo; si sa che i RR. P. Gesuiti, dopo la soppressione dell’Ordine loro, s’erano ricoverati a Pietroburgo, e che la Repubblica di Venezia non s’era mai professata loro protettrice. Ad ogni modo le massime politiche della Signoria non erano più quelle di Fra Paolo Sarpi, quando il padre Pendola si stabilì col suo alunno a Venchieredo; e tanto egli, come il giovine castellano, fecero grandissimo colpo nella società di Portogruaro che s’era affrettata ad invitarli e a festeggiarli. La Pisana, dopo la prima comparsa di questo giovine nelle sale Frumier, si dimenticava sovente di Lucilio per badare a lui; io poi seduto vicino al cancelliere mi rodeva l’anima, e gettava le mie occhiate al vento.