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stagno con un lieve vapore d’ironia. — Bisogna confessare che non si poteva usare maggior prudenza. —

Il panegirico della prudenza in bocca di chi avea vinto coll’audacia, somigliava troppo ad un motteggio perchè Lucilio non se ne accorgesse. L’anima sua dovette sollevarsi ben alto per rispondere con un modesto inchino a quelle ambigue parole. Il Partistagno, che credeva di averlo subissato o poco meno, si volse per vedere sulla fisonomia della Clara l’effetto di quel nuovo trionfo sul piccolo ed infelice rivale. Si maravigliò alquanto di non vederla, perocchè la fanciulla era già corsa di sopra a spiare dietro la porta della nonna. Ma la buona vecchia dormiva saporitamente protetta contro le archibugiate da un principio di sordità; ed ella tornò indi a poco in tinello, contentissima della sua esplorazione. Il Partistagno la adocchiò allora gustosamente, e n’ebbe un’occhiata di pura benevolenza, che lo confermò viemmeglio nella sua compassione pel povero dottorino di Fratta. In mezzo a ciò gli piovevano d’ogni lato domande sopra questo e sopra quello; e sul numero dei malandrini, e sul modo da lui adoperato nel passar la fossa; e, come sempre avviene dopo il pericolo, tutti godevano d’immaginarlo grandissimo e di ricordarne le emozioni. Lo stato d’animo di chi è o si crede sfuggito ad un rischio mortale, somiglia a quello di chi ha ricevuto risposta favorevole ad una dichiarazione d’amore. L’istessa loquacia, l’istessa prodigalità di ogni cosa che gli venga domandata, l’istessa leggerezza di corpo e di mente; e per dirla meglio, tutte le grandi gioie si somigliano nei loro effetti, a differenza dei grandi dolori che hanno una scala di manifestazioni molto variata. Le anime hanno un centinaio di sensi per sentire il male, ed uno solo pel bene; e la natura rileva alcun poco dell’indole del Guerrazzi, che ha maggiore immaginativa per le miserie che pei pregi della vita.

Il primo cui venne in mente che i nuovi arrivati