Pagina:Le confessioni di un ottuagenario I.djvu/217

190 le confessioni d’un ottuagenario.

sicura che non avesse mai avuto per lo addietro. — Bisogna ch’io muoia a Fratta come vi sono vissuto; e quanto alla montagna, se mi vi manderanno, dubito di giungervi vivo.

— Or bene, — riprese alzandosi il tirannello. — La vi arriverà morto; ma o in un modo o nell’altro, io l’assicuro che il manutengolo dello Spaccafumo non resterà cappellano a Fratta. Questo le serva di regola. —

Ciò dicendo, il nobile personaggio diede una grande scrollata di sproni sullo scalino del focolare, e uscì dalla canonica seguitato a capo basso dal prete. Costui gli fece un ultimo inchino quando lo vide salire a cavallo, e poi tornò dentro a sfogarsi colla Giustina, che aveva origliato tutti i loro discorsi dietro la porta del cortile.

— Oh no, no che non la ficcheranno in montagna! — piagnucolava la donna. — È certo che gli capiterebbe male di andar tanto lontano!... E poi non sono qui le sue anime?... E cosa risponderebbe poi al Signore quando gli toccherà rendergliene conto?...

— Fatti in là con quel rasoio, figliuola mia! — le rispose il prete — e sta’ pur quieta che in montagna non vi andrò di sicuro!... Mi metteranno in berlina, ma in un’altra canonica no per certo!... Figurati se nella tenera età di quarant’anni voglio trovarmi fra musi tutti nuovi, e ricominciar daccapo quello stento che provai a venir su da bambino fino ad ora!!... No, no, Giustina!... L’ho detto e lo ripeto, che io morirò a Fratta; e contuttociò è una gran croce questa che mi piomba ora sul collo; ma bisognerà portarla in santa pace. Uf!... quel signor giurisdicente!... Che brutto grugno mi faceva!... Ma tant’è, piuttosto di muovermi sopporterò anche questo; e se mi giuocherà qualche brutto tiro, meno male!... Meglio essere alle prese coi suoi buli che con altri!... Almeno li conosco, e ne prenderò minor soggezione nel farmi bastonare.

— Oh cosa dice mai! — soggiunse la fantesca. — I buli