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iv | cenni biografici d’ippolito nievo. |
rappresentazione scenica, pure come lavoro storico e letterario, presentasi ricco di pregi non comuni in una prima prova d’un genere sì difficile, tentata da un giovanetto.
Dopo questo dramma volle esperimentarsi anche alla commedia, ed una delle due che allora scrisse venne trovata degna d’una speciale menzione onorevole nel concorso drammatico aperto in Torino nel 1855. Ed in quell’anno appunto il Nievo laureavasi in legge nell’Università patavina.
Nei susseguenti 1856-1857 pubblicò in Milano, dove erasi eletto domicilio, due Romanzi intitolati il primo il Conte Pecoraio, l’altro Angelo di Bontà, entrambi accolti con giusta soddisfazione dai milanesi, ma per le fatali condizioni politiche che dividevano l’Italia non conosciuti punto fuori del Lombardo-Veneto. Erasi fatto intanto corrispondente lodatissimo di parecchi giornali fra i quali Quel che si vede e quel che non si vede, il Pungolo, il Panorama, la Rivista veneta ec., e scrisse molte novelle e poesie varie, le quali tutte andavano adorne di stile e di pensieri elevati, e tutte s’informavano ai più sacri sentimenti di patria.
Nei due anni 57 e 58 incominciò e compì nel Friuli, e precisamente nella sua prediletta dimora al Castello di Colloredo, queste Memorie d’un Ottuagenario, dove giganteggia la potenza narrativa, descrittiva e logicamente imaginosa, di cui l’autore aveva dato bel saggio nelle novelle e nei brevi romanzi antecedenti.
Qualunque fosse la sua dimora, egli fece sempre parte dei comitati patriottici, e nel 1859, credendo ormai più opportuno fare il soldato che non il cospiratore