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le confessioni | 37 |
questo dominio delle scienze, io non ottenevo che questa risposta: Tu sei ciò che tu chiami la tua vita, sei una riunione provvisoria, casuale di molecole; l’azione reciproca di queste molecole le une sulle altre, le loro modificazioni, producono in te ciò che tu chiami vita; questa riunione si manterrà per un po’ di tempo; poi l’azione reciproca di queste parti cesserà e con essa cesserà ciò che tu chiami vita e tutte le tue domande. Tu sei una piccola massa formata per caso, e la fermentazione di questa massa si chiama vita. La piccola massa scomparirà, la fermentazione si arresterà e con essa tutte le domande.
Così rispondono le scienze positive, e non possono rispondere nulla di più, senza allontanarsi dalle loro basi. Ma questa risposta non è la risposta alla mia domanda. Io ho la necessità di sapere in che cosa consista il senso della mia vita; il fatto di essere una parte dell’infinito non le dà senso, anzi distrugge tutto il senso possibile.
Altrettanto vaghe sono le risposte fornite dalla scienza speculativa, la quale dice che il senso della vita consiste nello svolgimento e nella contribuzione a quello svolgimento. Queste risposte sono troppo inesatte e troppo vaghe per essere considerate come tali.
D’altra parte la scienza speculativa, quando si attiene strettamente alle sue basi e risponde direttamente alla questione, dà sempre e dappertutto la stessa risposta: il mondo è qualche cosa d’infinito ed incomprensibile; la vita umana è una parte di questo incomprensibile tutto.
Di nuovo io lascio da parte tutti questi accomodamenti tra le scienze speculative e le